REGGIO EMILIA – In alcune zone dell’Emilia Romagna i medici tirocinanti potranno, d’ora in poi, seguire fino a 1.500 pazienti. E’ questo uno dei punti cardine dell’accordo che Regione e sindacati di categoria hanno siglato per compensare la carenza dei medici di base.
I professionisti che volontariamente intendano passare da 1.500 a 1.800 mutuati potranno farlo, a patto che svolgano la professione da almeno 3 anni. Per la nostra provincia, questi provvedimenti non avranno particolare incidenza. Si cercherà di far fronte alla scarsità di medici attraverso un altro accordo che Ausl e professionisti dovrebbero firmare entro la fine di luglio.
Si punterà, anzitutto, sulla sburocratizzazione: quasi il 90% delle telefonate che un medico di base riceve in un giorno riguarda prestazioni che non gli competono e che devono trovare risposta da parte di altre figure. In secondo luogo, a Reggio e provincia si punterà sulle centrali operative: laddove in una zona venisse a mancare un medico, gli altri si organizzerebbero in modo che alcuni coprano le visite domiciliari, altri quelle ambulatoriali e altri i restanti servizi con l’ausilio di personale infermieristico.
Il problema resta comunque molto serio: dei 310 medici di base che oggi lavorano nella nostra provincia, quasi l’80% nei prossimi 3 anni raggiungerà il pensionamento, creando gravi vuoti di servizio. “Sono 15 anni che sottolineiamo questo problema – ha detto il presidente del sindacato dei medici di base, Euro Grassi – ma fino a ora non sono state studiate soluzioni atte a risolverlo”.
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