SASSUOLO (Modena) – Economia, nuovo grido d’allarme dell’industria ceramica: i rincari si mangiano la crescita, a rischio il settore, il cui fatturato è comunue cresciuto in doppia cifra nel 2021 rispetto al pre-Covid per un giro d’affari complessivo che raggiunge i 7,5 miliardi (6,2 miliardi per le piastrelle con un 15% sul 2019). Performance confermata anche in questi primi sei mesi del 2022, i più difficili per i produttori di lastre alle prese con l’aumento dei costi.
A far arrabbiare Giovanni Savorani, al suo ultimo atto come presidente di Confindustria Ceramica, è la mancata approvazione dei decreti attuativi per aumentare l’estrazione di gas in Italia.
Oltre 435 milioni i metri quadri di ceramica prodotti nel 2021 (+8,6% sul 2019) con segnali positivi sia sull’export quanto sul mercato interno. Ma le marginalità sono sempre più ridotte con forti rischi per la tenuta occupazione del distretto.
Oggi l’assemblea di Confindustria Ceramica che eleggerà il successore di Giovanni Savorani.
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Tre mesi fa l’esplosione dei costi di materie prime ed energia aveva mandato in fibrillazione gli imprenditori della ceramica. Nonostante i portafogli ordini pieni, alcuni sostenevano che fosse meglio spegnere i forni perché si rischiava di produrre in perdita. Per il made in Italy però il mercato si è mostrato disposto a pagare di più, accettando nuovi listini che hanno consentito un forte aumento dei ricavi. Lorenzo Maini intervista gli imprenditori.
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