REGGIO EMILIA – Cento anni fa, nel gennaio 1921, nasceva il Partito comunista d’Italia. Un partito che è stato protagonista della storia del Paese fino all’inizio degli anni Novanta, quando ha chiuso il suo percorso a seguito del crollo dei governi comunisti dell’Est Europa. Ripercorriamo le vicende del suo atto di fondazione in provincia di Reggio Emilia.
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Il 21 gennaio del 1921, data di nascita del Partito comunista, l’Italia viene da un biennio tormentato. La fine della prima guerra mondiale ha lasciato uno strascico pesante di lutti, di tensioni politiche e sociali, e ha aperto la strada al movimento fascista di Benito Mussolini. Il partito socialista subisce il fascino della rivoluzione sovietica, di Lenin che ha abbattuto il regime degli zar. Ma è diviso al suo interno fra una corrente comunista, una massimalista maggioritaria e una riformista. Quest’ultima conta a Reggio Emilia un leader carismatico come Camillo Prampolini. Già nel novembre 1920 esiste una frazione comunista reggiana, che associa 686 aderenti, anche se è minoritaria. La violenza è pratica quotidiana dei fascisti, con assalti squadristici agli avversari politici. Il 31 dicembre 1920, notte di S. Silvestro, i fascisti uccidono a colpi di pistola a Correggio due militanti socialisti, l’impiegato Agostino Zaccarelli e il muratore Mario Gasparini. 21 giorni dopo, al congresso nazionale socialista di Livorno, la frazione comunista guidata da Amadeo Bordiga decide la scissione, caldeggiata dall’esponente del Comintern, l’Internazionale comunista di Mosca. Si costituisce a Reggio la Federazione provinciale del Partito comunista d’Italia, di cui è primo segretario Angelo Curti, poi fuoriuscito in Francia e combattente in Spagna contro la dittatura di Franco, mentre Camillo Montanari diventa segretario dei giovani comunisti. Anche lui andrà in esilio in Francia, dove sarà assassinato. Il 17 aprile 1921 si svolge il primo congresso provinciale del PdCI, nella sede della cooperativa metallurgici di Mancasale. Le violenze fasciste si intensificano, sono bruciate le sedi della Camera del Lavoro e del giornale La Giustizia. Il 30 maggio si dimette il sindaco socialista di Reggio, Giorgio Palazzi Trivelli, che aveva chiesto invano l’intervento del Prefetto contro un manipolo di squadristi che voleva impossessarsi del gonfalone comunale. E’ il preludio al periodo nero della dittatura di Mussolini.
Gian Piero Del Monte
Cento anni dalla nascita del PCI: lo scontro sulle Reggiane e le elezioni del 1921. VIDEO
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