REGGIO EMILIA – Palloncini bianchi e lanterne fatte volare in cielo per l’ultimo saluto a un ragazzo di 29 anni, ammazzato con una 44 magnum.
C’erano davvero in tanti al cimitero di Coviolo, centinaia di persone, per un momento di commiato prima dei funerali veri e propri che si terranno domani a Cutro. C’erano amici e famigliari di Salvatore Silipo, ucciso sabato a Cadelbosco all’interno dell’officina Dante Gomme. Si sono stretti alla moglie Pina, di appena 20 anni, che è rimasta vedova con due bimbi piccoli, una appena nata.
Sul ricordino la foto di Salvatore in moto, una delle sue grandi passioni. “Il destino ti ha tolto troppo presto all’affetto della famiglia, ma non ti toglierà mai dalla nostra memoria e dal nostro cuore”, ha fatto scrivere la sua famiglia. Il destino, quello che l’ha portato sabato ad andare all’officina dei suoi ormai ex datori di lavoro per un chiarimento. Salvatore da una ventina di giorni non ci lavorava più, faceva il muratore con il fratello. “Troppi screzi con Dante Sestito, il titolare, e il figlio Antonio, che lo accusavano di ammanchi di denaro”, dicono i famigliari.
Gli stessi zii e cugini affermano che è stato Antonio a organizzare l’incontro con Salvatore e che il padre Dante, che avrebbe sparato, era nascosto. “Dante lo aveva cresciuto, Salvatore lavorava per lui da 10 anni, lo chiamava papà – dice un cugino – Non riusciamo a capire quanto accaduto”. Ora Dante Sestito è in carcere, Salvatore invece è partito per il suo ultimo viaggio verso Cutro, paese d’origine della famiglia dove la salma del giovane riposerà.
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