MODENA – C’è anche l’Università di Modena e Reggio Emilia in un progetto internazionale per la realizzazione di contraccettivi non ormonali finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. Una “pillola” biologica basata su frammenti di anticorpi per bloccare l’ovulazione riducendo sensibilmente gli effetti collaterali, come pure la platea di donne che per questioni ormonali non possono fare uso della pillola tradizionale. Il gruppo di ricerca INRAE, fulcro del progetto, cerca sistemi per bloccare i regolatori molecolari dell’ovulazione: i frammenti di anticorpi utilizzati verranno modificati in modo da rendere il blocco reversibile quando il trattamento contraccettivo viene interrotto. E sarà proprio UNIMORE a selezionare gli anticorpi più adatti, testandoli su cellule ovariche umane presso l’Unità modenese di Endocrinologia. La tecnologia, cosiddetta “Nanotaxi”, aggirerà la lunga e costosa fase di bioproduzione di frammenti di anticorpi e verrà testata in topi e ovini tramite tecniche non invasive. Nel cuore del progetto due figure di UNIMORE, il dottor Livio Casarini e la professoressa Manuela Simoni, confidano che lo strumento contraccettivo non ormonale diminuirà “i rischi associati a parti complicati, specialmente in età precoce”.
Unimore fondazione bill e melinda gates pillola contraccettivaC’è anche Unimore in uno studio finanziato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. VIDEO
23 marzo 2021Il progetto punta a un approccio rivoluzionario in un farmaco a largo consumo: una pillola contraccettiva non ormonale che riduce effetti collaterali e complicanze