CAVRIAGO (Reggio Emilia) – Tutto esaurito alla multisala Novecento di Cavriago per la festa dei 70 anni del cinema teatro. Sono stati presentati i due volumi che ripercorrono questa storia.
“Dopo la guerra c’era questa voglia di rivivere, di riprendersi la giovinezza e di vivere la gioventù e questo lo abbiamo rivisto nelle case della gente a raccogliere queste testimonianze”, ha spiegato l’autore dei libri, Franco Piccinini. La storia raccontata nel pomeriggio di festa alla multisala Novecento comincia nel 1951, ben 70 anni fa, quando gli abitanti di Cavriago decisero di realizzare il loro sogno: costruire un luogo per ricominciare a vivere.
Il cinema teatro Nuovo fu costruito proprio grazie ai tanti cittadini che, con le biciclette, le carriole e i carri portarono i mattoni dalla fornace di Bibbiano fino a via del Cristo. “E’ una storia esemplare di partecipazione, di voglia di stare insieme, di costruire occasioni di cultura e di spettacolo – ha detto Giuseppe Gherpelli, esperto di cultura – considerando che anche lo spettacolo fa parte della crescita del vivere insieme, che fa parte delle nostre realtà”.
Una esperienza raccontata nei due libri “Sognatori ad occhi aperti: Cavriago e il Cinema Teatro Nuovo” e “M’arcord: il Cinema Teatro Nuovo nella memoria dei cavriaghesi” realizzati in memoria di Layla Davoli, che insieme al marito Vincenzo Delmonte fu artefice della rinascita del cinema dopo la chiusura della struttura preesistente. Un lavoro di ricerca sui verbali delle assemblee dei soci e dei Consigli di amministrazione e sui giornali dell’epoca: “Sono state molto toccanti e significative le testimonianze di coloro che gestivano il cinema – ha spiegato ancora Piccinini – le maschere che sorvegliavano, le bigliettaie che facevano i biglietti, i ragazzi che vendevano le caramelle. Poi, per il seguito, anche tutte le testimonianze che hanno riguardato la gestione delle attività culturali, politiche e associative che sono state realizzate dentro al teatro perché in pratica si è trattato di un centro culturale vero e proprio”.
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