CASTELNOVO DI SOTTO ( Reggio Emilia) – Reperti di plastica degli anni ’60, ’70 e ’80 ritrovati in mare e sulle spiagge del nostro paese. Quasi sempre integri ed è il dato che più impressiona e ci fornisce la chiara percezione di cosa vuol dire abbandonare la plastica in mare e dei danni devastanti che provoca.
Un inquinamento ambientale e marino che rappresenta una minaccia per gli ecosistemi e per la salute dell’intero pianeta, necessari dunque atteggiamenti più responsabili e sostenibili.
Di questo parla la mostra dal titolo ‘Il museo degli antichi rifiuti arrivati dal mare’ in corso nella Chiesa della Beata Vergine della Misericordia a Castelnovo Sotto con ingresso gratutito e che prosegue sino al 13 aprile.
Il curatore Samuele Bottazzi spiega ‘Questa mostra nasce da un progetto di Enzo Suma, educatore ambientale che trova qualche anno fa un reperto di plastica degli anni 60 su una spiaggia. Dal li inizia la ricerca e dopo il ritrovamento di circa 200 reperti, nel 2021 ufficializza il progetto. Archeoplastica vuole raccontare l’inquinamento da plastica attraverso la testimonianza diretta di questi reperti che restano nascosti per anni sotto la sabbia e in mezzo alla vegetazione. Si parla di confezioni che hanno in media 50, 60 anni in uno stato praticamente ottimo e trovati in spiagge di tutta Italia ma anche dalle coste dell’Albania e del Mediterraneo’
Tra i tanti rifiuti ripescati anche i giocattoli come un piccolo Goldrake del 78 praticamente intatto, ritrovato nella spiaggia di Milazzo in Sicilia nel 2022, tanti detersivi e confezioni di shampo come il Campus alla mela verde in gran voga negli anni 80 e ritrovato sulla spiaggia di Lido di Camaiore in Toscana.
‘L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione-aggiunge il sindaco Francesco Monica– e per questo sarà aperta alle scuole all’interno del progetto per la settimana ecologica giunto alla seconda edizione’
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