CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Domenica 27 inaugura, dopo il restauro, la torre di Monte Castello, l’unica testimonianza dell’epoca matildica rimasta in paese. La riqualificazione dell’area fa seguito alle campagne archeologiche condotte nella zona negli anni scorsi. Domenica il ritrovo sarà alle 11 in piazza Unità d’Italia, nel centro storico, per poi salire alla torre dove avverrà l’inaugurazione dell’intervento di riqualificazione recentemente completato, e sarà presentata una breve relazione archeologica sulle origini e lo sviluppo del sito.
“Finalmente – afferma l’Assessore all’Ambiente e al commercio di Castelnovo Monti, Chiara Borghi, che ha seguito il progetto – restituiamo al paese un suo elemento identitario, una delle poche testimonianze rimaste del nostro passato di territorio matildico. Aver consolidato la torre, e averla resa anche meglio visibile dal centro di Castelnovo, ci dà una percezione diversa della nostra storia. Ringrazio per il lavoro svolto la Soprintendenza, le imprese che hanno lavorato sul sito, le persone che in questi anni ci hanno chiesto di recuperare questa struttura, anche attraverso studi e volumi che ne ripercorrevano la storia”.
Una storia importante, ripercorsa anche dall’archeologo Nicola Mancassola per la relazione definitiva della Soprintendenza Archeologica e delle Belle arti per i lavori di restauro della Torre.
Nel X secolo i fines di Bismantova furono oggetto dell’attenzione dei Canossa, come testimonia il fatto che alcuni vassalli di Bonifacio provenissero da Bismatova. La presenza canossana si rafforzò ulteriormente con Matilde, quando la pieve di Campiliola fu affidata all’arciprete Frogerio, una delle figure di spicco del suo entourage.
Probabilmente in questa epoca, nel duro scontro tra Papato e Impero, o forse ancor prima nel periodo di affermazione di Bonifacio, si deve collocare la costruzione di un nuovo castello (il castrum novum per distinguerlo dal castrum vetus sulla Pietra di Bismantova, poi crollato per una frana), non lontano dalla pieve di Campiliola, lungo l’asse viario che portava al passo del Cerreto.
Queste zone sono state oggetto di scavi archeologici nel 2010 – 2011. Nel 2021 sono state condotte attività di svuotamento all’interno della torre principale, dove si era accumulato materiale di crollo. Questa attività è stata la base per l’intervento di restauro che si è posto come obbiettivo quello di recuperare la torre tramite consolidamento e messa in sicurezza della stessa.
L’iniziativa di domenica in caso di maltempo sarà rinviata.