CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Un patto di fratellanza che nasce dagli orrori della guerra e dalla tenacia nel ricostruire la verità. Furono decine nell’ottobre del 1944 i montanari che finirono catturati e deportati in Germania. Come schiavi vennero sfruttati a Kahla, in Turingia, in un campo di lavoro forzato, all’interno, anzi nei sotterranei di una fabbrica, la Reimahg, produttrice di aerei caccia. Da quelle gallerie non fecero più ritorno. Sette delle vittime reggiane erano di Castelnovo Monti dove oggi si è celebrato il patto di gemellaggio stretto con la cittadina tedesca.

Il sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini
Un rapporto di amicizia che ha visto negli anni svolgersi diverse iniziative, in particolare progetti di scambio con al centro i giovani.
Un desiderio di sapere, quello dei famigliari, che in passato si è scontrato con molte difficoltà, specie prima della caduta del Muro, quando la Ddr impediva ogni indagine.
I festeggiamenti si sono svolti al Teatro Bismantova alla presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Sul palco si sono esibiti alcuni studenti dell’Istituto Musicale Merulo.

A Castelnovo Monti anche il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini











