REGGIO EMILIA – L’azienda agricola Il Grifo alleva maiali allo stato semibrado nelle colline di Monte Babbio, che si estendono oltre Scandiano, al di là del monte delle Tre Croci, già in comune di Castellarano. I suini, circa 400 prevalentemente di razza mora romagnola, vivono in ampi recinti, possono grufolare a piacimento e, se capita di andarci con la pioggia com’è successo a noi, si possono osservare rivoltarsi a piacimento come un nìmel in dal pàciug, per dirla con un detto popolare.
Sono razze rustiche, adatte alla vita all’aria aperta, che vengono alimentate con cereali, erba medica e favino, coltivati direttamente dall’azienda in una parte dei suoi 83 ettari di terreno. Un allevamento biologico, che ha anche una piccola mandria di venti bovini di razza reggiana, modenese e bianca romagnola il cui compito principale è quello di fornire il letame necessario alla concimazione dei campi.
Un ciclo chiuso, che si conclude nelle campagne tra Bagno e Arceto, dove Il Grifo ha il laboratorio per la lavorazione delle carni e il punto vendita per salami, coppe, pancette, prosciutti, culatelli e tutto ciò, davvero tanto, che dal maiale si può ricavare. Un’esperienza che ha mosso i suoi primi passi nel 1997 e che oggi ha un proprio spazio consolidato, sia pure di nicchia. Un esempio di agricoltura sostenibile.
Nella puntata di Agri7, in onda questa sabato alle 21 e domenica in replica alle 11 parleremo poi con il neopresidente regionale di Confagricoltura, il reggiano Marcello Bonvcini, di tante problematiche delle nostre campagne: l’agricoltura al tempo del coronavirus, insomma
Paolo Borciani
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