CASTELLARANO (Reggio Emilia) – Il castello di Castellarano, arroccato su una collina di arenaria che domina la Valle del Secchia, oggi di proprietà della famiglia Casali, ha aperto i cancelli nei giorni scorsi agli appassionati di edifici storici per iniziativa dell’istituto italiano dei Castelli, di cui è presidente per l’Emilia Romagna l’architetto reggiano Guido Gozzi.
“Castellarano è fondamentalmente una fortificazione del 12°-13° secolo – spiega Gozzi – Successivamente, i Da Roteglia hanno realizzato un palazzo fortificato di fianco alla torre. Nel tempo il castello è stato infeudato agli Este di San Martino, che l’hanno trasformato in una villa di delizia”. La seconda guerra mondiale ha inferto ferite profonde al castello: “Nel luglio del 1944 – prosegue – i nazisti hanno dato fuoco alla struttura per rappresaglia e quindi il castello è andato a fuoco. Solo la torre si è salvata e, con molta fatica, negli anni Settanta da rudere è stato ripristinato nelle sue forme per poter ridare la memoria del luogo”.
A qualche chilometro di distanza svetta la torre di Montebabbio. Ricorda che c’era un castello anche in quel luogo di origini matildiche. “Noi ci troviamo di fronte agli stemmi dei vari proprietari della torre, che sono stati realizzati dal proprietario attuale e che ricordano appunto tutte le famiglie che hanno occupato questa torre”.
Le giornate dei castelli torneranno a metà settembre. Come quelle del Fai offrono la conoscenza di un patrimonio ricchissimo. “Solo per l’Emilia Romagna – conclude il presidente – ne abbiamo censiti fra distrutti, resti, rovine, attualmente esistenti, torri e fortificazioni, circa 1.200”.
Gian Piero Del Monte
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