NOVELLARA (Reggio Emilia) – Siamo stanchi, vogliamo solo tornare alla normalità. E’ così che la famiglia Bartoli declina la nostra richiesta di una intervista, dopo che le ricerche del corpo di Saman sono state sospese. L’azienda agricola “Le valli”, conosciuta in tutta la provincia per la produzione dell’anguria reggiana Igp, è stata coinvolta suo malgrado in un’indagine per omicidio. Per più di due mesi l’attività di via Cristoforo Colombo si è trovata ad essere al centro dell’inchiesta: centinaia di uomini impegnati a passare al setaccio le coltivazioni di cocomere, con i cani o con macchinari di vario tipo, arrivando a scavare quando si è ritenuto necessario, alla ricerca del cadavere di una ragazzina di 18 anni che si pensa sia stata uccisa dai familiari, dipendenti della stessa impresa.
Poi la pressione mediatica. Quando a fine maggio la vicenda della scomparsa di Saman è venuta alla luce, Novellara è finita sotto i riflettori, sulle pagine della cronaca nazionale. Era conosciuta per la musica dei Nomadi ma in queste settimane la cittadina della Bassa è diventata lo sfondo dei programmi televisivi del mattino, del pomeriggio e della sera, delle trasmissioni in cui si fanno le indagini e i processi, è finita nel frullatore dei dibattiti politici sull’integrazione e sull’immigrazione. “Alle Valli” sono arrivati giornalisti e troupe televisive da tutta Italia, lo spaccio dell’azienda è diventato senza volerlo la scenografia di un teatro sempre in funzione. Pur mostrando qualche segno di impazienza, mai da parte della famiglia Bartoli si è avuto un gesto di stizza. A fatica in questi due mesi si è cercato di far convivere il lavoro con le ricerche delle forze dell’ordine e la presenza dei media. “L’attività ne ha risentito”, aggiungono i titolari, che si dicono dispiaciuti perché tutto quello che è stato fatto finora non è servito a niente. “Ma – ripetono – vogliamo solo tornare alla normalità”.
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