NOVELLARA (Reggio Emilia) – Altre persone potrebbero aver condiviso il progetto criminoso dell’uccisione della 18enne Saman Abbas. Sulla scorta degli elementi finora raccolti, gli investigatori starebbero valutando la sussistenza di profili di responsabilità in capo ad altri soggetti.
Al momento, gli indagati per omicidio premeditato sono e restano cinque: si tratta dei genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, fuggiti e irreperibili in Pakistan; dello zio Danish Hasnain, che il fratello della ragazza ha accusato in sede di incidente probatorio di essere l’esecutore materiale del delitto e attualmente latitante dopo essere fuggito in Europa; di due cugini di Saman, uno dei quali, Nomanhulaq Nomanhulaq, è in fuga si presume in Europa; l’altro, Ikram Ijaz, è l’unico arrestato e si trova in carcere a Reggio Emilia dopo essere stato fermato in Francia nel tentativo di scappare in Spagna. Quest’ultimo ieri in videocollegamento ha assistito all’audizione protetta del testimone minorenne e i suoi legali hanno ribadito che presto renderà dichiarazioni spontanee al pm.
Intanto, nei prossimi giorni proseguiranno nelle campagne di Novellara le ricerche del corpo della ragazza pachistana che si ipotizza sia stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato in patria. Gli inquirenti pensano che i resti siano stati nascosti nella vasta area agricola vicina all’azienda dove lavorava e viveva la famiglia.
Per tutta la prossima settimana, in particolare, saranno passate al setaccio tutte quelle serre ancora non esplorate e che, sulla base di evidenze raccolte, potrebbero essere state utilizzate per nascondere il cadavere. Attività preliminare saranno perforazioni e carotaggi di queste serre per poter poi agevolare il lavoro delle unità cinofile, che saranno impiegate da metà della prossima settimana. Sarà nuovamente usato anche l’elettromagnetometro, strumento che serve per analizzare i terreni ancora più in profondità.
Servizio Tg di Alessio Fontanesi
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