NOVELLARA (Reggio Emilia) – “Stiamo collaborando con varie polizie d’Europa, nulla è fermo”, dice il tenente colonnello Stefano Bove, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Reggio Emilia.
Dopo l’interruzione, due mesi fa, delle ricerche di quelli che gli inquirenti ritengono i resti di Saman Abbas, con lo stop alle attività nella loro forma più classica, le escavazioni nelle serre di Novellara, nessuno nuovo spunto è arrivato per riprendere queste ricerche, nessuna segnalazione.
Il filone estero è in movimento, invece, tenuto presente il fatto che la situazione sia complicata e che i quattro indagati per l’omicidio della 18enne pakistana tutt’ora latitanti hanno le capacità e i contatti per spostarsi, visto che sono riusciti a fuggire dall’Italia. Poi, c’è la collaborazione in atto con l’Interpol attraverso Sirene, centro internazionale di scambio di informazioni.
Intanto, è durata un’ora e mezzo, ieri a Roma, l’audizione del procuratore reggente di Reggio Emilia, Isabella Chiesi, convocata in Senato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e su ogni violenza di genere. Al centro della seduta, tenutasi in forma segreta visto che l’inchiesta è in corso e iniziata alle 14.10, lo stato delle indagini riguardo alla scomparsa della 18enne pakistana di Novellara di cui non si hanno notizie dal 30 aprile e che gli inquirenti ritengono essere rimasta vittima della violenza di cinque suoi famigliari: avrebbero organizzato e messo in atto il suo omicidio perché la giovane si era pubblicamente ribellata a un matrimonio combinato in Pakistan.
Chiesi ha quindi relazionato su come gli inquirenti reggiani coordinati dalla procura abbiano sinora portato avanti l’inchiesta, che deve ancora trovare una svolta.
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