REGGIO EMILIA – Quello che è successo prima, quello che ritiene sia accaduto la sera del 30 aprile 2021, quello che è capitato subito dopo. Il sostituto procuratore Laura Galli porterà al processo gli ultimi due anni di vita di Saman Abbas, ricostruiti negli ultimi mesi.
Dalla fuga in Belgio della ragazza quindi, alla denuncia che la 18enne fece ai carabinieri di Novellara e ai servizi sociali; dalla permanenza nella comunità protetta di Bologna al ritorno a casa alla scomparsa. Con la successiva sparizione anche dei cinque imputati per il suo omicidio. Il procuratore capo di Reggio Calogero Gaetano Paci ha fatto il punto ai microfoni di Rai Radio Uno: “Tutte le evidenze depongono per una soluzione cruenta di un conflitto valoriale; compito dell’ufficio è ricostruire gli ultimi due anni”.
Una ricostruzione che terrà conto delle parole della stessa ragazza: preoccupazioni confidate al fidanzato in chat già tre mesi prima della sera in cui è scomparsa. La 18enne parla dei cinque parenti che da febbraio saranno alla sbarra, madre e padre, due cugini e lo zio, ma cita anche il fratello minore, il fratellastro del padre e un altro cugino. La ragazza aveva paura, forse capiva di essere controllata: il fratello minore, che adesso è teste per la procura per le sue dichiarazioni contro lo zio Danish, teneva aggiornati i genitori sulle foto che Saman pubblicava sul proprio profilo Instagram. Foto che ritraevano spesso l’amore tra lei e il fidanzato, immagini che in pratica, per i parenti, raffiguravano pubblicamente la sua ribellione al volere della famiglia di un matrimonio in Pakistan.
A proposito del Pakistan, l’avvocato dei genitori della ragazza tutt’ora latitanti, Simone Servillo, pensa che i due possano anche non sapere di essere stati rinviati a giudizio. Su questo aspetto ha affermato Paci: “Dubito che non lo sappiano; non so invece se siano stati informati dall’autorità pachistana della questione estradizionale. Stiamo attendendo: le autorità pakistane avevano iniziato una procedura giudiziaria del cui svolgimento ed esito non abbiamo notizia”.
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