REGGIO EMILIA – C’è un caso giudiziario che riguarda un cittadino con passaporto britannico, ma di origini pakistane, arrestato nei giorni scorsi in Piemonte, in un hotel di Alessandria, che potrebbe intrecciarsi con quello di Saman.
Il caso è quello di Ahmed Farhan Junejo, medico di 47 anni: l’uomo risultava ricercato in Pakistan per riciclaggio di denaro nel 2013. Dal 2018 su di lui spicca un mandato di arresto internazionale emesso dall’Interpol. Junejo si trovava in Italia per turismo, insieme ai famigliari. Il padre, magistrato della corte speciale anti terrorismo, venne ucciso per essersi ribellato al regime militare.
Il Pakistan starebbe facendo pressioni sul Governo italiano per la consegna del 47enne e, in cambio, potrebbe collaborare alla cattura e all’estradizione dei genitori di Saman, ricercati ufficialmente da inizio luglio. Di questo scenario ha parlato l’avvocato del medico pakistano, Alexandro Maria Tirelli: “E’ evidente che potrebbe presentarsi una situazione di collaborazione e di scambio, con il Governo pakistano interessato ad avere il mio assistito e disponibile per contro a venire incontro alle richieste italiane sull’estradizione dei genitori della ragazza”.
A questo tipo di ipotesi il legale del medico pakistano si oppone, però, con decisione, a tal punto da avere inviato una richiesta di liberazione del suo assistito direttamente al ministro della Giustizia, Marta Cartabia: “Abbiamo chiesto a lei la liberazione del mio assistito, cosa prevista dalla legge per motivi politici”. Insomma, la partita investigativa per il caso Saman si gioca anche sul tavolo dei rapporti tra Stati e della diplomazia.
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