NOVELLARA (Reggio Emilia) – I pakistani che arrivano in Italia tendono a ghettizzarsi e hanno paura di essere emarginati all’interno della propria comunità se non rispettano le tradizioni. Lo dice a Tg Reggio il presidente dell’associazione italiana “Giovani Pakistani’ nel commentare la vicenda di Saman Abbas. A parlare è Dilfraz Afzar, 27enne arrivato in Italia nel 2002 con la famiglia. Ha vissuto prima a Prato, poi a Bologna.
 La sua è una delle poche voci pakistane che si sono levate finora per condannare la pratica dei matrimoni forzati e la violenza delle famiglie nei confronti dei figli.  “La condanna da sola non basta, bisogna rendersi conto che c’è un problema di base nelle nostre comunità”.
All’interno di molte comunità pakistane stabilitesi in Italia, la paura è purtroppo un tratto distintivo dice Afzar: “Chi arriva in Italia spesso tende ad autoghettizzarsi e ad avere rapporti solo con i connazionali. E quando appena fai qualcosa che possa danneggiare la tua immagine, temi che la comunità possa condannarti o escluderti”.
Ma le idee progressiste e di integrazione stentano a radicarsi anche nelle nuove generazioni: l’associazione dei giovani pakistani conta solo 20 membri su tutto il territorio nazionale.
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