NOVELLARA (Reggio Emilia) – Gli investigatori reggiani sono in costante contatto con i colleghi dell’Europol e dell’Interpol e stanno condividendo informazioni, ma la burocrazia ha tempi non rapidi.
Nei confronti dei genitori di Saman Abbas, rientrati a inizio maggio in Pakistan, il ministero della Giustizia è al lavoro per richiedere all’Interpol l’emissione di una cosiddetta red notice (letteralmente “avviso rosso”) ossia di un mandato di cattura internazionale. Si tratta del provvedimento che consentirà alla polizia pakistana di andare alla ricerca e di arrestare Shabbar Abbas e sua moglie Nazia Shaheen. Se e quando questo accadrà, la partita successiva sarà quella dell’estradizione nel nostro Paese: non essendoci un accordo bilaterale tra Italia e Pakistan su questo ambito, dovrà essere avviata una trattativa di natura diplomatica.
La famiglia Abbas è originaria di Mandi Bahuddin, centro agricolo di 200mila abitanti nella regione del Punjab, nel nord-est del Paese, ai confini con l’India. Si tratta di un’area molto povera in cui, soprattutto agli inizi degli anni 2000 era forte la componente talebana e nella quale si erano verificati diversi attentati a matrice fondamentalista. Viene da qui il 18enne che il 25 settembre del 2020 a Parigi tentò una nuova incursione punitiva nella redazione della rivista satirica Charlie Hebdo provocando due feriti. L’aeroporto internazionale più vicino è a Lahore, a 240 chilometri. Molti quartieri sono vere e proprie baraccopoli, i dintorni sono impervi.
Reggio Emilia Novellara ricerche saman abbas ricerche parenti saman estradizione genitori saman