NOVELLARA (Reggio Emilia) – Da un anno e mezzo procura e carabinieri stanno procedendo in un unico modo: attraverso la logica e raccogliendo evidenze oggettive. A ora, sulle parole di Ikram Ijaz, per altro non arrivate direttamente da lui ma riferite alla polizia penitenziaria dal suo compagno di cella, di evidenze oggettive non ce ne sono. Non ci sono riscontri della presenza di questo quinto uomo misterioso e i tempi di un viaggio in bicicletta verso il Po partendo da Novellara non collimano con l’orario del presunto delitto ricostruito dagli inquirenti attraverso, di nuovo, elementi oggettivi come la videosorveglianza.
Come certi sono gli orari delle intercettazioni ed è indubbio che dal tardo pomeriggio del 30 aprile 2021 a trenta minuti dopo la mezzanotte del primo maggio ci sia un intenso traffico di chiamate tra alcuni degli imputati, ma anche tra altri componenti della famiglia. Se i telefoni dei cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomahulaq infatti risultano spenti dalle 20 e poco più del 30 aprile fino alle 7 del primo, per Nomanulhaq alle 18.30 del giorno dopo, il padre di Saman invece chiama il fratello Danish sette volte tra le 23.06 e le 23.44 del 30 aprile. Il fratello minore della ragazza fa anche lui una chiamata e ne riceve un’altra. Quella che fa è del mattino del primo maggio dura poco più di un minuto ed è verso Zaman Fahakr, il fratellastro del padre di Saman, colui al quale Shabbar a giugno dirà “l’ho uccisa io”.
La chiamata che il fratello di Saman riceve è da parte della zia paterna Shamsa, che in passato viveva sempre qui, in strada Boschi a Novellara. E’ delle 23.26 del primo maggio. La donna dice al nipote di non dire niente a nessuno: “Spiega che la polizia ha portato via, che la mamma stava male e che papà l’ha portata in Pakistan. Anche nella tua testa dev’essere così, che è andata via com’era andata via prima”, gli dice. Secondo gli inquirenti, sta parlando di Saman. All’epoca dei fatti la zia risultava residente in Inghilterra. Gli investigatori reggiani hanno chiesto alle autorità inglesi di trovarla per interrogarla. E’ emerso che la donna si era trasferita in Pakistan e da allora è irreperibile.
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