NOVELLARA (Reggio Emilia) – “Non c’è un grave quadro indiziario a suo carico, anzi, la sua situazione si è alleggerita nelle ultime settimane”. Questo gli avvocati Noris Bucchi e Luigi Scarcella, legali difensori di Ikram Ijaz, accusato dell’omicidio premeditato della cugina Saman Abbas, hanno sostenuto questa mattina davanti al tribunale del Riesame di Bologna. Gli avvocati non aggiungono alcun tipo di dettaglio, ma hanno sostenuto le loro tesi nel corso di due ore di esposizione, al termine delle quali ha preso la parola, tenendola per un’ora, il sostituto procuratore Laura Galli. I legali hanno chiesto la scarcerazione del 28enne, la procura ha chiesto ovviamente che l’istanza venga rigettata. Il tribunale, come da prassi, si è riservato la decisione, che dovrebbe arrivare all’inizio della prossima settimana.
Se l’istanza venisse accolta, sarebbe senza dubbio un colpo di scena. Ijaz è l’unico dei cinque indagati che finora gli inquirenti hanno rintracciato: gli altri, ovvero i genitori della 18enne pakistana che si ritiene sia stata uccisa lo scorso 30 aprile, un altro cugino e lo zio, considerato l’autore materiale dell’omicidio, sono latitanti. Madre e padre sono fuggiti in Pakistan, da dove poi probabilmente si sono spostati di nuovo; gli altri due indagati si troverebbero in Europa. Le ricerche di Europol e Interpol sono in corso, ma non è detto ovviamente che diano frutto e soprattutto non si ha alcuna certezza dei tempi.
Finora Ikram Ijaz si è proclamato innocente e ignaro della sorte toccata alla cugina. Il colloquio con gli inquirenti di una settimana fa era stato chiesto da lui stesso: avrebbe confermato la sua versione chiarendo la propria posizione, ma la procura non sarebbe convinta della veridicità del suo racconto. Ikram Ijaz è uno dei tre uomini che, assieme all’altro cugino e allo zio, compare nel video registrato dalle telecamere di videosorveglianza di via Colombo a Novellara il 29 aprile: hanno pale e piede di porco in mano e si avviano verso la campagna. Per gli investigatori si stanno dirigendo al luogo in cui poi avrebbero scavato la buca dove collocare il corpo della ragazza, un corpo che ancora non è stato trovato.
La dichiarazione dell’avvocato Domenico Noris Bucchi
Aggiornamento 10 luglio 2021