REGGIO EMILIA – Dopo aver dichiarato la propria innocenza, a fine settembre, davanti ai magistrati francesi, nelle ultime ore Danish Hasnain avrebbe negato davanti alla corte anche che la nipote Saman Abbas sia stata vittima di omicidio.
Della ragazza, però, non si hanno notizie dal 30 aprile scorso. I genitori avevano assicurato che a inizio giugno sarebbe tornata dal Belgio e avrebbe chiarito tutto, ma la 18enne non si è mai più vista. Dal carcere di Parigi dov’è rinchiuso dopo essere stato rintracciato in un appartamento nella periferia della Ville Lumiere, il 33enne principale indagato per la morte della ragazzina pakistana di Novellara continua dunque a dirsi estraneo alla vicenda. Chissà se lo farà anche con gli inquirenti reggiani, una volta estradato in Italia.
Si è sempre detto che il trasferimento di Danish da Parigi sia solo una questione di tempo: sta di fatto, però, che occorrerà aspettare ancora quasi un mese per sapere che cosa accadrà. A suon di opposizioni infatti, il legale del
33enne ha ottenuto che la Chambre de l’instruction, la Corte d’Appello parigina, abbia fissato nel 24 novembre il giorno della sentenza, e quindi, della decisione sull’estradizione. Sarà quella l’udienza numero tre da quando il 33enne è stato fermato, dopo mesi di latitanza, dalla polizia francese che aveva applicato il mandato d’arresto europeo spiccato a inizio giugno.
L’avvocato, Layla Saidi, si è opposta una prima volta all’estradizione, e la corte aveva ordinato che arrivasse dall’Italia ulteriore documentazione a corredo di quel mandato d’arresto. Poi, per ritardi nella traduzione, il legale aveva chiesto e ottenuto più tempo per esaminare le carte. Ieri si è opposta di nuovo, dicendo che quel mandato di arresto non è valido.
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