di Margherita Grassi e Davide Bianchini
NOVELLARA (Reggio Emilia) – I carabinieri reggiani hanno trovato i resti di un cadavere nei pressi di via Reatino, sul retro di un rudere. Ieri sera il primo ritrovamento. Questa mattina alle 7,30 sono arrivati sul posto i Ris di Parma, ad attenderli c’erano già i vigili del fuoco. Come base operativa è stata scelta una porcilaia, che si trova di fronte al rudere. Erano dentro un sacco nero, interrati a due metri di profondità: rimarranno all’interno del casolare fino a lunedì; ci vorrà ancora tempo, quindi, per sapere se si tratti di Saman Abbas.
Tempo che servirà ai carabinieri per repertare tutto il repertabile sul luogo del ritrovamento, dal terriccio a ogni più piccolo elemento, e per eseguire una perizia che va autorizzata dalla Corte d’Assise prima di portare via da lì i resti del corpo. Se fossero i suoi, quelli di Saman, sarebbe la svolta regina. Il tassello fondamentale che gli inquirenti tanto hanno cercato, anche lì, in quei pressi, più di una volta, nel corso dell’ultimo anno e mezzo. L’annullamento di quella piccolissima percentuale di possibilità che la 18enne fosse viva da qualche parte, ma allo stesso tempo il modo per darle finalmente sepoltura.

Colpisce, molto la distanza, minima, tra la casa che è stata degli Abbas e il rudere dentro il quale sono stati ritrovati i resti. Poche centinaia di metri, quindi, da un punto all’altro. Una distanza e un percorso che sarebbero compatibili con i tempi dei movimenti di alcuni dei cinque imputati registrati dalle telecamere la sera tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, per gli inquirenti l’ultima sera in vita della ragazza, e con le immagini di tre di loro con una pala e un piede di porco in mano: era la sera precedente, secondo l’accusa i parenti della 18enne tornavano dal luogo dove avevano scavato la buca in cui seppellirla.
Il rudere è di proprietà di un’anziana novellarese di recente trasferitasi, il terreno attorno è in uso ai Bartoli, i titolari dell’azienda agricola presso la quale vivevano e lavoravano gli Abbas. “Lì c’era una latteria, loro ci andavano sì, lavoravano tutti i miei terreni – le parole di William Bartoli a Tg Reggio – temevo avessero fatto ancora peggio, che l’avessero buttata nel Po e non l’avremmo più trovata, almeno così è finita”. Unanime il pensiero dei diversi, tra vicini di casa e residenti, che si sono fermati in viazza Reatino. “Se fosse lei, saremmo contenti di darle degna sepoltura, anche per la comunità novellarese”.
Non passa inosservato come i carabinieri siano tornati a Novellara a pochi giorni dall’arresto in Pakistan del padre della ragazza, Shabbar Abbas. Difficile pensare che possa essere solo una coincidenza. Per l’estradizione dell’uomo sono state avviate intense trattative diplomatiche tra i due Paesi. Resta latitante al momento la moglie di Shabbar, Nazia Shaheen, 49 anni, madre di Saman, accusata sempre di concorso in sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere. Il processo a loro carico, prenderà il via a Reggio il 10 febbraio: imputati anche lo zio e di cugini della ragazza, tutti e tre in carcere nella nostra città.

Foto Margherita Grassi/Telereggio
Leggi e guarda anche
Il caso Saman Abbas: lo zio Danish ha svelato il punto dove scavare per trovare i resti
Saman, a Novellara si spera: “Fosse lei, almeno potrà riposare in pace”. VIDEO
Per il padre di Saman Abbas nuova udienza il 24 novembre. VIDEO
Il padre di Saman Abbas in arresto in Pakistan: trattative per l’estradizione. VIDEO
Reggio Emilia Novellara carabinieri Parma vigili del fuoco omicidio ricerche matrimonio combinato cadavere Ris Saman Abbas ritrovato il corpo










