NOVELLARA (Reggio Emilia) – Torniamo sulla notizia del ritrovamento dei resti umani in un casolare diroccato a poche centinaia di metri dalla casa di Saman Abbas: domani verrà chiesta la perizia che darà il via anche all’estrazione del Dna ma occorrerà notificare l’esame a tutte le parti coinvolte, compreso il padre della ragazza, che si trova in arresto a Islamabad. Sarebbe stato lo zio della ragazza, in carcere a Reggio da inizio anno, a indicare il punto in cui scavare.
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Tanta riservatezza, tanto silenzio. C’è la volontà di tutelare un’indagine complicata, che è ad un passo dalla svolta con la s maiuscola. Ci sono atti da compiere per garantire il contraddittorio tra le parti e c’è il lavoro complesso, che è all’inizio, per esumare i resti umani, che si ritiene siano quelli di Saman Abbas, trovati venerdì in viazza Reatino a Novellara. Gli inquirenti sarebbero arrivati lì assieme a Danish Hasnain: è lo zio della 18enne ed è considerato l’esecutore materiale della sua uccisione. L’uomo, arrestato a Parigi un anno fa dopo mesi di latitanza e ora in carcere a Reggio, su sua decisione sarebbe stato condotto sul posto dalla polizia penitenziaria e avrebbe indicato il punto: il punto in cui scavare. E si è proceduto con estrema delicatezza, la stessa modalità con cui si continuerà a procedere adesso. Ancora una volta è il tempo il filo conduttore della vicenda: in questo caso si parla dei giorni che occoreranno per notificare a Islamabad, dove si trova in arresto il padre della ragazza, l’istanza di perizia che nelle prossime ore la procura chiederà alla Corte d’Assise. Ognuno degli imputati, tramite i propri legali, dovrà nominare un consulente che sia presente nel casolare nel momento in cui questa perizia verrà eseguita sui resti ritrovati, dando inizio all’estrazione del Dna. Tutto in viazza Reatino rimane vigilato, monitorato. Parte della strada è chiusa, possono passare solo residenti e lavoratori.
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