REGGIO EMILIA – Tredici senatori di Forza Italia, guidati da Maurizio Gasparri, hanno presentato al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede un’interrogazione sul caso dello scambio di messaggi whatsapp fra Marco Mescolini, attuale procuratore capo di Reggio Emilia, e l’ex consigliere del Csm Luca Palamara.
I messaggi risalgono alla prima metà del 2018, quando Mescolini – pubblico ministero nel processo Aemilia – era in lizza per la carica di procuratore a Reggio. L’attacco è violento. Secondo questi senatori di Forza Italia, Mescolini – conducendo l’inchiesta sul radicamento della ‘ndrangheta nel reggiano – avrebbe omesso di indagare su ambienti del Pd. Forza Italia sostiene anche che l’altro magistrato in corsa per la guida della Procura reggiana, Alfonso D’Avino, aveva più titoli di Mescolini. Gasparri e gli altri chiedono al ministro un’azione disciplinare nei confronti del procuratore di Reggio Emilia.
Nell’interrogazione, i 13 scrivono che gli esponenti del centrodestra indagati da Mescolini sono stati poi assolti. Una ricostruzione non corretta: in realtà, per l’ex capogruppo del Pdl Giuseppe Pagliani – assolto in primo grado e condannato in appello per concorso esterno in associazione mafiosa – la Cassazione ha ordinato che si faccia un nuovo processo. L’ex assessore del Pdl di Parma Giovanni Paolo Bernini, invece, è stato assolto dall’accusa di concorso esterno, mentre ha ottenuto un proscioglimento per prescrizione dall’accusa di corruzione elettorale.
Solidarietà a Mescolini arriva invece da Cgil, Cisl e Uil, che parlano di “attacco in corso verso la figura del procuratore”. Per i sindacati è in corso “un tentativo di delegittimazione nei confronti del procuratore e di tutta la Procura di Reggio”, un tentativo che si vorrebbe “estendere al modo nel quale sono stati condotti l’indagine Aemilia e i successivi processi”. Indagine e processi che invece secondo Cgil, Cisl e Uil sono stati fondamentali per portare alla luce e contrastare il sistema ‘ndranghetista.
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