REGGIO EMILIA – “Esprimiamo il nostro disappunto di fronte a donne che avessero subito molestie”, dice il vicepresidente degli alpini reggiani, Luca Fioroni. Sorpresa, voglia di vederci chiaro, ma anche pronta solidarietà a chi avesse subito molestie. Questa la reazione di fronte al caso sollevato dall’associazione “Non una di meno” di presunti abusi nei confronti di donne avvenuti a Rimini, nel corso della adunata nazionale con 400mila penne nere ospitate nella città romagnola tra il 5 e l’8 maggio. Finora, ci sarebbero circa 150 segnalazioni con una denuncia giunta ai carabinieri.
Chi si fosse reso colpevole di atti di questo tipo non dovrà più far parte degli alpini, dice drasticamente Fioroni: “Penso di parlare non solo a titolo personale, ma anche a nome del corpo. Nel caso ci fossero stati atti di questo tipo, l’errore non sarebbe solo di chi li ha commessi ma anche di chi stando vicino non gli ha detto di smettere”.
Sono stati oltre 350 gli alpini reggiani che hanno partecipato all’adunata, giunta alla 93ª edizione e tornata dopo i due anni di stop imposti dall’emergenza sanitaria. Le polemiche non devono però offuscare – tengono a rimarcare le penne nere di casa nostra – l’alto valore simbolico ed emotivo della manifestazione, oltre ai valori morali e solidaristici incarnati dal corpo. “A livello nazionale, siamo sempre presenti nelle iniziative di volontariato o in occasioni di calamità naturali”, ha ricordato Fioroni.
A fine settembre, a Reggio, si terrà una manifestazione per festeggiare il 90° anniversario della fondazione della sezione locale.
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