REGGIO EMILIA – Lo scontro in atto all’interno della Procura reggiana rischia di lasciare un cumulo di macerie. L’esposto contro il procuratore capo Marco Mescolini presentato da quattro sostituti è all’esame del Consiglio Superiore della Magistratura. Gli atti sono stati secretati ma, a quanto si è appreso, le quattro firmatarie dell’esposto lamenterebbero carenze organizzative, tendenze accentratrici, insufficiente scambio di informazioni e scarsa condivisione delle decisioni.
L’esito della vicenda non è scontato, ma tra i possibili scenari ce n’è uno che è più probabile degli altri. Con quattro sostituti su nove che contestano il procuratore capo, il Csm potrebbe decidere di tagliare la testa al toro, trasferendo sia Mescolini che le magistrate che hanno firmato l’esposto. Alcune di loro, consapevoli della concretezza di questa possibilità, avrebbero già le valige in mano.
Il risultato finale sarebbe duplice: da un lato una Procura terremotata, dimezzata dal trasferimento di alcune delle figure di maggiore esperienza, e dall’altro una città che, dopo appena due anni, assiste all’allontanamento del magistrato che ha svelato il radicamento della ‘ndrangheta nel nostro territorio e che, insieme a Beatrice Ronchi, ha rappresentato la pubblica accusa nel processo Aemilia. Un magistrato che a Reggio Emilia sembra ormai essere rimasto solo, a giudicare dal silenzio della società civile sulla sua sorte in questi giorni.
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