REGGIO EMILIA – Mercoledì 24 febbraio il procuratore capo Marco Mescolini sarà ascoltato dal Plenum del Csm, che dovrà decidere se trasferirlo o meno da Reggio per incompatibilità ambientale. Una proposta avanzata dalla prima commissione dello stesso Consiglio superiore della magistratura dopo più di due mesi di istruttoria e dopo aver ascoltato le magistrate reggiane firmatarie dell’esposto contro Mescolini e anche i sostituti che non lo hanno firmato, e poi l’ex presidente dell’ordine forense di Reggio Celestina Tinelli e lo stesso procuratore capo. Il resoconto, di cui vi abbiamo parlato, è nella relazione della Commissione. Dentro ci sono molti elementi e di diversa natura: dalle critiche all’organizzazione del lavoro alla lettura politica, a posteriori, di alcune decisioni prese dal procuratore capo. E sono proprio le reazioni politiche, anche qui di diversa natura, a moltiplicarsi. “Respingiamo il replicarsi di un metodo di delegittimazione, che potremmo definire il metodo Bibbiano”, dicono i segretari del Pd provinciale e dell’Unione comunale del Partito democratico, assieme al capogruppo in consiglio comunale.
E ancora: “Se Reggio Emilia deve diventare il laboratorio nazionale nel quale riproporre metodi di propaganda politica, tipici della destra, basati sulla calunnia e la disinformazione, e da qui far discendere attacchi alla stabilità delle Istituzioni, si sappia che reagiremo con tutti gli strumenti che la democrazia consente. E se qualcuno si sente turbato, sappia che noi siamo indignati, e con noi tantissimi”.
Alleanza Civica, Forza Italia e Lega vanno invece all’attacco: per Cinzia Rubertelli le motivazioni prodotte dalla commissione “aprono scenari inquietanti sulla giustizia e sulla politica reggiane”, comprese le ultime elezioni amministrative. Per il coordinamento provinciale di Forza Italia “l’avvocato Tinelli dovrebbe dimettersi da consigliere della Fondazione Manodori”, per Matteo Melato “i reggiani hanno bisogno di ritrovare serenità e fiducia nelle istituzioni”.
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