REGGIO EMILIA – L’acquisizione di Kohler da parte di Platinum Equity riaccende i riflettori sul ruolo dei fondi d’investimento nell’industria manifatturiera reggiana. E’ una storia ormai antica, perché la prima operazione di questo tipo nel nostro territorio risale al 1996, quando il fondo britannico Bc Partners acquisì il gruppo Interpump. Bc Partners comprò Interpump a debito, scaricando poi sull’azienda, attraverso una fusione, i 100 milioni di euro di debiti contratti per l’acquisizione. Sette anni dopo, il pacchetto di Interpump tornò nelle mani di azionisti italiani, tra i quali lo stesso fondatore Fulvio Montipò.
Ancora più turbolente sono state le vicende di Rcf e Nuova Castelli. L’azienda di impianti audio nel 1998 era stata acquisita dal gruppo americano Mackie. Nel 2003 l’ingresso nell’azionariato del fondo Sun Capital portò al trasferimento in Cina della produzione e alla messa in liquidazione di Rcf, in seguito rilanciata da azionisti locali. Nel 2014, invece, l’imprenditore Dante Bigi (recentemente scomparso) cedette Nuova Castelli, tra i maggiori operatori nel mercato dei formaggi Dop, a Charterhouse Capital Partners. Nel 2020 questo fondo britannico rivendette Nuova Castelli al gigante francese Lactalis e la cessione portò alla luce le gravi perdite accumulate negli anni precedenti.
Nel settore metalmeccanico, il fondo statunitense One Equity Partners detiene dal 2019 il 40% di Nexion, la ex Corghi di Correggio. Sempre nel 2019 un altro fondo a stelle e strisce, Advent, ha acquisito dalla famiglia Bartoli l’intero capitale di Ice, Industria Chimica Emiliana. Secondo le indiscrezioni dei mesi scorsi, ora Advent avrebbe messo il pacchetto azionario sul mercato per la vendita.
Storie finite bene e storie finite meno bene. Il tratto comune è che i fondi, una volta realizzata l’acquisizione, si danno un orizzonte temporale di circa 5 anni per rivendere l’azienda e massimizzare la plusvalenza. In buona parte diverso è il caso di Fagioli e gruppo Cerdisa Ricchetti. Entrambe le aziende sono state acquisite alcuni anni fa da QuattroR, un fondo i cui sottoscrittori sono importanti investitori istituzionali italiani. QuattroR non si muove con una logica strettamente speculativa, ma si propone di aiutare finanziariamente aziende con prospettive di crescita che attraversano una fase di difficoltà.
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