REGGIO EMILIA – Il Ctr di via Fratelli Cervi non sarà posto in amministrazione giudiziaria. Lo ha deciso il Tribunale di Bologna, respingendo la richiesta in questo senso avanzata da uno dei maggiori soci del poliambulatorio, Alberto Buffagni, che detiene il 28% delle quote del Ctr. La sezione del Tribunale di Bologna specializzata in materia d’impresa ha esaminato la richiesta depositata da Buffagni e da Federica Zaniboni, la professionista reggiana nominata dallo stesso tribunale curatore speciale della società. I due chiedevano di revocare l’amministratore unico Umberto Canovese, alla guida del Ctr dal 20 marzo scorso, e di nominare un amministratore giudiziario.
I giudici hanno respinto la richiesta essenzialmente sulla base di una valutazione delle azioni intraprese da Canovese dopo la sua nomina. Nel decreto si legge che il nuovo amministratore unico si è affrancato dal dottor Roberto Citarella, socio di maggioranza, ex amministratore ed ex direttore sanitario del poliambulatorio. I giudici sottolineano che Canovese sta tentando di risanare il Ctr, ha messo sotto controllo i pagamenti, ha affidato la contabilità a uno studio esterno e si è mosso affinché l’assemblea dei soci promuovesse un’azione di responsabilità contro gli ex amministratori Roberto Citarella, Giovanni Moccia e Maurizio Melli.
L’iniziativa legale promossa da Buffagni nel marzo dell’anno scorso ha comunque avuto il merito di alzare il velo sulla vecchia gestione del Ctr. Anna Spaggiari, commercialista reggiana, nominata dal Tribunale ispettore della società, ha documentato le manipolazioni dei bilanci dal 2019 al 2023, le ingenti spese personali sostenute da alcuni ex amministratori attingendo ai conti aziendali e la perdita integrale del capitale, che ha portato la società ad avere un patrimonio netto negativo di oltre 3 milioni di euro. “Gravi irregolarità”, scrivono i giudici di Bologna, “che l’ispezione ha accertato” arrivando a conclusioni che i responsabili della gestione precedente “non hanno contestato”.
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