BIBBIANO (Reggio Emilia) – Gino Mazzoli, studioso reggiano di lungo corso del welfare e dei fenomeni sociali, docente all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha dedicato un’analisi al “caso Bibbiano” pubblicata dal quotidiano Il Domani.
Mazzoli prende le mosse da Claudio Foti, lo psicoterapeuta diventato suo malgrado il simbolo negativo della vicenda affidi in Val d’Enza, ma recentemente assolto in via definitiva da ogni accusa. L’assoluzione di Foti diventa l’occasione per rileggere una storia che ha scosso il nostro territorio e l’Italia intera come un terremoto.
Mazzoli ne ha per tutti. Per una parte della politica – la destra e il M5S – che ha usato cinicamente la vicenda giudiziaria per dare l’assalto alla Regione Emilia Romagna. Il docente universitario sottolinea anche i milioni di tweet da siti stranieri, sulla cui genuinità è lecito interrogarsi. Ne ha per un’altra parte della politica, la sinistra, che ha subìto in silenzio e non ha difeso il sistema dei servizi sociali. Mazzoli ne ha per la magistratura, che a suo dire ha dato grande eco mediatica a un’inchiesta che sarebbe assai debole dal punto di vista probatorio. Per la “riforma Cartabia”, che ha di fatto escluso psicologi e assistenti sociali dalle decisioni del Tribunale dei Minori.
Naturalmente, il docente della Cattolica ne ha anche per il sistema dell’informazione, che prima ha cavalcato l’inchiesta con toni parossistici per sei mesi, fino alle elezioni regionali del 2020, ma ora si disinteressa completamente del processo con l’eccezione, aggiungiamo noi, delle testate locali. Insomma, una Waterloo, sostiene Mazzoli, una catastrofe, che ha prodotto danni collaterali enormi, rendendo molto più difficile allontanare i minori da contesti famigliari violenti, screditando gli assistenti sociali e riducendo drasticamente il numero delle famiglie disponibili per l’affido. Tutto questo mentre i casi di violenze in famiglia e di scomparsa di minori diventano sempre più frequenti, senza che ciò susciti allarme.
Un’analisi severa, a tratti spietata, sicuramente opinabile, ma fondata su elementi di fatto. Da dove ripartire, allora? Mazzoli indica tre lezioni da trarre. Il filo conduttore è che al centro devono tornare i bambini, che non sono cose, ma persone che hanno dei diritti. I bambini vengono prima di tutto, anche delle famiglie di appartenenza.
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