REGGIO EMILIA – Venne ricoperto di insulti via social per settimane. Era l’estate del 2019: Andrea Carletti, all’epoca primo cittadino di Bibbiano, allora indagato per abuso d’ufficio nell’inchiesta sui presunti affidi illeciti in Val d’Enza, diventò il bersaglio politico degli avversari ma anche il bersaglio e basta di comuni cittadini di tutta Italia.
Ora, in seguito alla citazione diretta in giudizio del pm Valentina Salvi, 46 di quelle persone saranno a processo per diffamazione e minacce nei confronti dell’ex sindaco di Bibbiano; ma sul procedimento, che inizierà il 10 aprile, si allunga già l’ombra della prescrizione.
Spiega Giovanni Tarquini, avvocato di Andrea Carletti: “Per noi è una citazione molto attesa, sono passati sei anni dalle denunce, ma sappiamo i tempi che servono per individuare queste persone; lo stesso Pm del processo affidi, da cui Carletti è stato prosciolto, è il Pm di questa inchiesta: i tempi ne hanno risentito, il rischio di prescrizione è molto alto”.
Tra questi 46 – le denunce di Carletti furono più di 200 – non c’è Luigi Di Maio, anche lui querelato dall’ex sindaco: l’allora ministro del Movimento 5 stelle scrisse su Facebook sotto alla foto di Carletti, tra le altre cose, “Affari con i bambini tolti ai genitori”. La procura ha ritenuto si sia trattato di critica politica e ha chiesto l’archiviazione, l’avvocato Tarquini ha fatto ricorso, il 21 gennaio è attesa la decisione del giudice.
Secondo Tarquini “furono proprio quelle affermazioni a dare il via agli insulti”.
Caso Bibbiano, processo per chi offese Carletti sui social. Non c’è Di Maio. VIDEO
16 gennaio 2025Sono 46 le persone che affronteranno il procedimento per diffamazione e minacce nei confronti dell’ex sindaco