CASINA (Reggio Emilia) – Da una parte permettere lo svolgimento dell’attività di caccia, come previsto dalla legge, dall’altra tutelare la sicurezza delle persone che vivono e frequentano quelle zone.
E’ il senso dell’incontro che si è svolto a Casina, nella Sala Civica, promosso dall’Amministrazione comunale insieme al Comitato ‘Leguigno Si-Cura’, gruppo di cittadini riunitosi all’indomani dell’uccisione, il 16 ottobre dell’anno scorso di Marco Gentili.
Il pensionato, di 68 anni, ex dirigente del SerT di Reggio, era uscito per raccogliere castagne ed è stato ucciso da un colpo di fucile esploso da un cacciatore che stava partecipando ad una battuta di caccia al cinghiale.
Anche i rappresentanti dei cacciatori hanno partecipato all’incontro e si sono impegnati a collaborare per migliorare le informazioni relative alle battute di caccia in modo da raggiungere più persone possibili.
Sandro Bari, Portavoce ‘Leguigno Si-cura’ spiega le richieste ‘Indicandoci la data in cui si terrà la battuta, impegnandosi a segnalarla in via preventiva, almeno il giorno prima, mettendo dei cartelli anche al circolo del paese’.
Le indagini sulla morte di Marco Gentili sono ancora in corso, la Procura ha chiesto una proroga in attesa di ulteriori accertamenti di tipo medico. Resta indagato con l’accusa di omicidio colposo il 78enne Tiziano Rossi, mentre è stata stralciata la posizione del nipote 53enne Primo Croci Orlandieri. A un anno di distanza la frazione di Leguigno è ancora sconvolta e spera che non accada mai più una simile tragedia.
‘L’ambito di caccia va oltre quello che è l’azienda faunistica venatoria di Leguigno- conclude Bari- ma coinvolge anche realtà più ampie, a livello provinciale. Da qui la necessità di estendere il discorso a tutta la montagna, provando ad esportare questo modello in altre realtà’
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