REGGIO EMILIA – Le radici salde e ben radicate nel passato e uno sguardo fiero rivolto al futuro, ai mercati esteri dove consolidare la propria presenza e a una qualità assoluta da continuare a garantire ai consumatori.
Centinaia di persone e tante autorità, tra cui i vertici nazionali di Confcooperative e del consorzio del Parmigiano Reggiano, si sono date appuntamento per festeggiare il primo secolo di vita del caseificio di Gavasseto. Un’intera comunità si è stretta attorno ai 14 soci di una realtà nata da un sogno di autodeterminazione e sviluppo economico, dal coraggio di sfidare il regime fascista e quei casari privati che nel 1921 chiusero per tre giorni gli stabilimenti per ricattare i produttori agricoli sul prezzo del latte.
Una battaglia che Antonio Denti ha pagato con la vita il 9 novembre del 1922, ucciso da giovani fascisti con quattro colpi di pistola, sparati dall’arma di un casaro del posto. Il patto scellerato tra fascisti e grandi proprietari agrari però non ha fermato il progetto che un anno e mezzo dopo, l’11 aprile 1924, portò 22 produttori agricoli a fondare la Società Anonima Cooperativa Caseificio di Gavasseto.
Una cooperativa che 100 anni dopo rappresenta una delle più importanti realtà del settore, con oltre 100mila quintali di latte trasformato in Parmigiano reggiano, 14 soci, 12 dipendenti, un export da record in mercati cruciali come Germania e Danimarca e un lungo elenco di premi ricevuti per l’eccellenza delle forme prodotte.
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