REGGIO EMILIA – Parliamo di case di riposo. L’esperienza del coronavirus apre nuovi scenari anche per la Asp Reggio Città delle persone, chiamata a ripensare i propri servizi. E nei prossimi mesi la società pubblica deve fare i conti anche con la perdita di bilancio maturata nel 2019. Un ammanco di oltre mezzo milione di euro.
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Meno ospiti rispetto alle previsioni. Un numero più basso di accessi anche per quanto riguarda i centri diurni. In calo poi le prestazioni rivolte ai disabili in qualità di ente accreditato. Sono tre degli aspetti che hanno comportato, nell’arco del 2019, minori entrate per la Asp Città delle Persone. Il bilancio dell’azienda, che a Reggio gestisce servizi residenziali e semi residenziali per anziani, si è chiuso con una perdita di 525mila euro. Sui conti hanno pesato anche i maggiori costi del personale: il contratto nazionale, rinnovato nel 2018, ha aumentato le buste paga, contemporaneamente è cresciuto il numero di lavoratori con inidoneità fisica, che sono da ricollocare ma anche da sostituire, ed è stato elevato il tasso di assenza del personale. Invariate dal 2009 sono invece le tariffe, fissate dalla Regione.
Il Comune di Reggio per il 2019 ha conferito un milione di euro. Lo stesso importo, dovuto come contratto di servizio, che nel 2018 aveva consentito di chiudere in pareggio il bilancio. In sede di approvazione dell’ultimo consuntivo, l’azienda si è vista rispondere picche alla richiesta di un’ulteriore iniezione di risorse per ripianare il rosso da mezzo milione. La reazione dell’amministrazione appare addirittura inclemente se si pensa che è stato imposto un piano di rientro con scadenza alla fine del 2021. Come supervisore ci sarà una figura tecnica, verosimilmente un commercialista, che prossimamente il Comune nominerà in sostituzione di Daniela Casi, ex presidente di Osea, la cui poltrona è vacante da quando si è dimessa nel 2017. Un futuro in salita per la Asp, chiamata a far fronte a un 2020 flagellato dal coronavirus, con ingenti costi dovuti alle sanificazioni e alle maggiori spese riguardanti il personale. Il tutto di fronte a mancati incassi relativi a tutte le attività sospese e al blocco degli ingressi di nuovi ospiti nelle strutture. La dimensione dei rimborsi che arriveranno dalla Regione e dallo Stato fa parte delle tante incognite.
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