REGGIO EMILIA – Tre telefoni cellulari sotto sequestro. Dal loro esame la Procura si aspetta di capire di più sul reale giro di affari e sul livello delle persone coinvolte nella occupazione di case popolari di Acer in viale Monte San Michele a Reggio Emilia, affittate in nero a inquilini ignari con finti contratti. Tre telefoni, come tre sono gli indagati per truffa in una inchiesta prossima a compiere il suo primo anno di vita. Per la verità solo uno di loro ha fornito il pin ai carabinieri per la copia forense, e in Procura si attende ora la relazione degli investigatori dell’Arma impegnati a spulciare chat, messaggi, cronologia delle telefonate e altri dati potenzialmente utili a collegare tra loro gli indagati ed eventualmente anche altre persone che possano aver avuto un ruolo di regia e coordinamento più ampio, a un livello superiore, magari anche con collegamenti con altri fatti analoghi registrati in altri quartieri di Reggio, o anche in altre città dove il fenomeno è assai più esteso. E gli altri due telefonini? Per ora risultano bloccati e insondabili anche per i carabinieri.
Nel frattempo gli uffici di Acer hanno fornito alla Procura l’elenco degli appartamenti sottoposti a lavori più o meno invasivi di manutenzione o ristrutturazione in viale Monte San Michele nel periodo oggetto di indagine. Il nome di una ditta, estranea alle indagini, ricorre. E proprio per conto di quella ditta uno dei tre indagati operava come manovale. E gli altri indagati? Si tratta in un caso di un uomo già noto alle forze dell’ordine per truffe, sospettato di essere un po’ la mente dell’operazione che aveva portato ad affittare in nero, a 500 euro al mese con duemila di caparra, i quattro immobili. Con lui era in contatto il terzo indagato, che ha fisicamente incontrato gli inquilini e fornito loro le sue generalità reali e il suo numero di telefono. Proprio il suo telefono è ora sotto la lente degli investigatori.
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