REGGIO EMILIA – Una mappa degli appartamenti di edilizia popolare vuoti, in attesa di essere riassegnati, e occupati da inquilini abusivi fatti entrare con finti contratti intestati a fittizi padroni di casa all’oscuro di tutto, perché vittime di furti di documenti. E’ una indagine delicatissima e avvolta dal massimo riserbo quella portata avanti da Procura e carabinieri. Il tutto avviene in danno alla collettività, perché gli appartamenti occupati fanno parte del patrimonio di edilizia pubblica di proprietà del Comune di Reggio e sono affidati per la gestione ad Acer. Case che non possono essere assegnate a chi è in graduatoria e in legittima attesa di un tetto. Le indagini sono volte a identificare chi sia al vertice di tutto questo, chi incassi abusivamente gli affitti e chi sia così addentro da segnalare la posizione degli immobili temporaneamente vuoti. Un fenomeno che pensavamo potesse riguardare solo le periferie delle grandi città, e che invece non risparmia Reggio Emilia.
A dare il via alla denuncia da parte di Acer è stato un accertamento del febbraio scorso, quando furono scoperti quattro appartamenti occupati nel complesso delle case popolari di viale Monte San Michele, nel cuore della città. Uno degli “inquilini” mostrò il contratto a suo dire regolarmente firmato e spiegò di pagare puntualmente l’affitto ogni mese. Già, ma a chi?
E’ bastato poco agli inquirenti per capire come quei documenti fossero carta straccia, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Sul contratto alla voce proprietario figurano nomi e cognomi di cittadini ignari di tutto. Chi è l’intermediario, che offre sul mercato nero gli immobili? Dove finiscono i soldi versati dagli inquilini? In sede investigativa nulla viene sottovalutato, nemmeno che dietro a tutto questo possa esserci una organizzazione criminale.
Nel corso degli ultimi mesi due dei quattro appartamenti occupati in viale Monte San Michele sono tornati nella disponibilità di Acer. Negli altri due gli occupanti resistono. Difficile per le forze dell’ordine usare la forza, a maggior ragione se in presenza di minori.
Ma il fenomeno delle case popolari occupate non riguarda solo viale Monte San Michele. In città vi sono almeno altri tre appartamenti occupati: uno nel quartiere Foscato, uno in Gardenia e uno in via Jacopo da Mandra, a Santa Croce, dove proprio questa mattina la polizia locale ha cercato invano di bloccare il trasloco di una famiglia con più figli al seguito. Un elenco da cui è uscito di recente un immobile della zona di via Compagnoni, nel frattempo liberato. Questi ultimi casi al momento sembrano non avere analogie con quanto accaduto in viale Monte San Michele. Niente regia unica, quindi. Casi isolati, questi ultimi. O almeno così sembra.
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