REGGIO EMILIA – A nove mesi di distanza dalla denuncia, due dei quattro appartamenti dei palazzi di viale Monte San Michele al centro dell’inchiesta sono ancora occupati abusivamente. Il presidente di Acer, Marco Corradi, spiega che ci si può trovare di fronte a casi sporadici di occupazioni abusive. Mai però, come in questo caso, ci si è trovati di fronte a una truffa architettata: 3-4 persone, tutte italiane, sono state iscritte nel registro degli indagati.
“Ci siamo subito resi conto che era in corso una truffa, perché avevano contratti non regolari e perché non potevano essere titolari di contratti essendo gli immobili in questione patrimonio di proprietà del Comune gestiti da noi. Abbiamo immediatamente attivato un controllo a tappeto su tutto il quartiere, per sapere se questa cosa era diffusa e abbiamo informato il Comune e i carabinieri”. Una collaborazione fondamentale. “Nei giorni successivi, i controlli si sono ripetuti – ha aggiunto Corradi – Sono stati molto importanti e ci hanno consentito di bloccare una iniziativa illegale che andava troncata. Da allora, non abbiamo più avuto nessun’altra situazione di questo genere”.
Intanto, sono stati intensificati i controlli per contrastare il fenomeno delle occupazioni abusive. “Specialmente dopo la pandemia, con la crisi sociale che si è manifestata, abbiamo alzato le antenne e i livelli di attenzione sul territorio. Avendo le chiavi, andiamo ad aprire le porte degli alloggi vuoti – ha concluso Corradi. Quando non riusciamo a entrare, vuole dire che qualcuno ha cambiato la chiave e allora immediatamente attiviamo le forze di polizia per gli accertamenti necessari”.
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