REGGIO EMILIA – “Agì con negligenza ma non con dolo, e per questo va assolto perché il fatto non costituisce reato”. Così ha deciso il gup Luca Ramponi nei confronti di un agente di riscossione di Equitalia che circa sei anni fa, inviato dall’Agenzia, per varie volte cercò un cittadino di San Rigo, dovendogli recapitare sei cartelle esattoriali.
Non trovando mai nessuno, dichiarò il destinatario della notifica irreperibile. Il residente ha saputo di essere stato cercato solo quando Equitalia ha posto un’ipoteca sulla sua abitazione, tuttora valida. A quel punto la famiglia di San Rigo ha sporto denuncia chiedendo poi come parte civile 100mila euro di danni all’esattore. Per l’agente di riscossione, assistito dall’avvocato Ernesto D’Andrea, il pm Isabella Chiesi aveva chiesto un anno e 8 mesi con pena non sospesa, sostenendo che l’imputato avrebbe comunque dovuto contattare il Comune, ma il legale è riuscito a dimostrare che non ci fu dolo ma solo negligenza da parte dell’agente di riscossione. L’abitazione – ha riferito l’imputato, versione confermata dall’ex compagna che lo aveva accompagnato – appariva in stato d’abbandono.
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