REGGIO EMILIA – Francesco Maria Caruso, e a seguire le corti di Appello e Cassazione, hanno messo la firma sull’indagine di Marco Mescolini e Beatrice Ronchi dicendo, una volta per tutte, che la ‘ndrangheta è radicata nel territorio reggiano. Un film lungo 40 anni che proprio in questi giorni la Rai ha deciso di raccontare a tutti in prima serata col documentario “Aemilia 220, la mafia sulle rive del Po”.
Il monito dell’ex presidente del tribunale di Reggio è arrivato nel giorno del 33° anniversario della strage di Capaci, in occasione della presentazione del libro “Il cane non ha abbaiato” dell’ex sindaco di Carpi Werther Cigarini, organizzato agli Orti Spallanzani dal movimento Agende Rosse Rita Atria. Con l’autore, oltre a Caruso, ha dialogato Enrico Bini, tra i primi, anni fa, a lanciare l’allarme da presidente della Camera di Commercio, in un incontro moderato da Paolo Bonacini, giornalista e coautore del docufilm su Aemilia.
“Il cane non ha abbaiato” è un romanzo giallo ambientato a Carpi, terra rimasta immune dall’inchiesta Aemilia, che pure ha coinvolto tutta la regione.
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