VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Carù è una borgata dove abitano 27 persone. Sta a metà tra Castelnovo Monti e Villa Minozzo. Ci arriva soltanto una strada che si inerpica tra boschi e prati.
Lassù nasce un pecorino straordinario. Il caseificio è piccolo e il rivenditore non ha più forme. Gliele hanno comprate tutte. Così sono rimaste sugli scaffali solamente quelle che stanno stagionando. Chi passa da quelle parti e volesse acquistare il formaggio, adesso può prenotarlo. Poi, tornerà a prenderlo a fine stagionatura.
Il rivenditore si chiama Giuliano Gabrini, è laureato in storia e ha 30 anni. Quel formaggio è frutto della lavorazione del latte delle pecore che suo fratello, Giorgio, di sei anni più giovane, porta al pascolo, estate e inverno tutti i giorni. “E’ stato mio padre, quando ero piccolo, a insegnarmi il mestiere tramandandomi anche l’affetto nei confronti degli animali. Cambiare mestiere? Non ci penso proprio”.
Sui prati di Carù ti aspetti di da un minuto all’altro Heidi. Fiocco di neve c’è: il cane Nebbia in realtà non è un San Bernardo perché è sostituito da due pastori maremmani per la guardiania e un pastore apuano per la guida. Petar è proprio Giorgio, che ha ereditato il mestiere dal nonno e dal padre. “Le conosco una per una – confida Giorgio – o dal corno oppure da una macchia particolare”.
Per arrivare a Reggio Emilia, da Carù, ci vogliono 80 minuti. La scuola elementare più vicina è a Villa Minozzo e per andare alle superiori ci si alza alle 5,30 e si ritorna intorno alle 15. Non ci sono industrie, tutto sembra scomodo. E’ un sembra sbagliato, però.
Reggio Emilia Villa Minozzo appennino reggiano ultimo pastore Carù