REGGIO EMILIA – Le gite scolastiche di più giorni, al di fuori dei confini nazionali, rischiano di essere un lusso per pochi. I costi sia per il viaggio che per l’alloggio, rispetto al pre covid sono lievitati anche del 30%. Il portale skuola.net ha pubblicato i dati di una indagine secondo cui a livello nazionale uno studente su due quest’anno è stato costretto a rinunciare alla gita scolastica, essenzialmente per ragioni di natura economica. Cinque giorni a Berlino possono costare 700 euro, 1.500 euro addirittura una settimana a Londra, 620 euro per tre notti in Andalusia, giusto per citare alcuni esempi.
A Reggio l’istituto Bus-Pascal, che conta circa 1400 iscritti ha scelto di organizzare i viaggi di istruzione secondo una filosofia inclusiva, per consentire a tutti o quasi di prendervi parte. Come? Rinunciando alle mete più costose e lontane in accordo con le famiglie, come spiega la dirigente scolastica Sonia Ruozzi. “Si cerca di rimodulare la scelta di mete e attività anche in relazione alle problematiche economiche che sicuramente ci sono e vanno gestite”.
Quest’anno dunque sono state scelte mete nazionali e piuttosto vicine anziché l’estero, salvo alcune eccezioni come Budapest che resta abbastanza low cost: “Abbiamo confermato il viaggio della memoria con Istoreco, ma non altre mete tipiche. Siamo fortunati perché l’Italia offre tante possibilità”.
Questo tipo di approccio ha consentito all’istituto Pascal di limitare al solo 10% circa la quota degli alunni che hanno rinunciato al viaggio di istruzione.