CORREGGIO (Reggio Emilia) – “Siamo fermi con la produzione per manutenzione. Tremiamo perché quando sarà ora di ripartire, a fine febbraio, finita la manutenzione, se ci sarà ancora un costo energetico così elevato, ragioneremo sull’opportunità o meno di ripartire o di posticipare la partenza”. Riaccendere le fiamme per la cottura di migliaia di mattoni, fino a 80mila al giorno, mettendo in moto tutti i macchinari necessari. Oppure attendere tempi migliori, più clementi per quanto riguarda i rincari sulle bollette. Si trova davanti a un bivio la Fornace di Fosdondo, come confermato dal presidente Ettore Sassi.
La storica azienda, un tempo appartenente al gruppo Unieco e rilevata nel 2016 dai suoi dipendenti che l’hanno tenuta in vita fondando una cooperativa, si trova a fare i conti con prezzi di gas e corrente che sono schizzati. Nel gennaio di un anno fa il metano utilizzato era stato pagato 53mila euro. Lo stesso quantitativo, grossomodo, di combustibile utilizzato lo scorso dicembre è invece costato 161mila euro, più di tre volte tanto. Nello stesso periodo è più che raddoppiato l’importo dell’utenza di elettricità, passato da 33mila euro a 68mila euro.
“Il problema è non riuscire a trasferire questi costi ai nostri clienti, perché alla fine della catena qualcuno questi soldi li deve pagare”.
Dover vendere i prodotti finiti a prezzi lievitati, dunque poco competitivi, diventa rischioso. “Non ce lo possiamo permettere – sottolinea Sassi – E’ un costo esagerato. Se produciamo ora e poi a giugno il prezzo energetico dovesse calare, in magazzino ci ritroveremmo del materiale costoso che non possiamo vendere sotto costo”.
L’effetto traino esercitato dagli ecobonus potrebbe non bastare alla Fornace di Fosdondo che vede compromesse anche le esportazioni, per colpa di aumenti che coinvolgono i trasporti ma non solo. “Argilla, coloranti, additivi, pezzi di ricambio per le macchine… è tutto aumentato”.
Dodici sono i soci lavoratori, ai quali si aggiungono altrettanti dipendenti. Terminata la fase manutentiva, la sospensione delle attività potrebbe voler dire l’inizio della cassa integrazione per almeno metà del personale. “Se non ripartiamo e avremo finito le ferie, dovremo per forza mettere la gente in cassa integrazione”.
Una cooperativa di lavoratori ha salvato la Fornace di Fosdondo
Reggio Emilia cooperativa energia elettrica Fornace di Fosdondo bollette gas luce caro energiaCna: “Rincari energia al 400%, c’è il rischio di chiusure”. VIDEO












