CASTELNOVO SOTTO (Reggio Emilia) – Lo scrittore Carlo Lucarelli ha chiuso ieri sera la rassegna “giallo in Rocca” parlando del suo ultimo romanzo, “Leon”.
“Ho cominciato a scrivere la mia storia in un momento in cui la pandemia, le regole, le mascherine non erano così invadenti – ha detto a Tg Reggio – E così ho potuto scrivere il mio romanzo ambientato ora, con qualcosa che sta sullo sfondo”. Il Covid e il lockdown stanno sullo sfondo, ma quella di “Leon” è comunque una storia claustrofobica. E naturalmente una storia che tiene con il fiato sospeso.
Al centro c’è l’ispettrice di polizia Grazia Negro, già protagonista di quattro romanzi di Lucarelli, l’ultimo dei quali risale a 8 anni fa. Una donna che pensa di aver chiuso con le indagini e i morti ammazzati e che invece si trova risucchiata negli orrori del passato insieme all’ex compagno Simone, già protagonista di Almost Blue, la bellezza di 25 anni fa.
Del suo ultimo romanzo, lo scrittore ha parlato nella sala del bocciodromo insieme al direttore di Radio Bruno, Pierluigi Senatore. La storia inizia all’interno dell’ospedale Maggiore di Bologna e la città felsinea è a sua volta protagonista della narrazione, più ancora che in altri libri di Lucarelli. “Bologna è cambiata – ha detto – Ha un sindaco nuovo, arriveranno un sacco di soldi, si potranno fare un sacco di cose. Bologna e l’Italia sembrano in quel bilico strano per cui o torniamo indietro perdendo tutto o, finalmente, facciamo quello che abbiamo pensato di poter fare. Io sono ottimista e penso così”.
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