REGGIO EMILIA – “L’emozione era quella di iniziare insieme, con le insegnanti, la cuoca e le famiglie, una pagina nuova non solo delle nostre vite ma della storia della città, per la prima volta c’erano i piccolissimi al centro”. Le parole di Carla Rinaldi, presidente della fondazione Reggio Children e ospite ieri sera a Decoder.
Era il 1971 e la Rinaldi, allora giovane pedagogista del primo nido comunale di Reggio Emilia, il “Cervi”, ha contribuito a scrivere una pagina fondamentale della storia dell’educazione non solo a livello locale, ma dell’Italia e del mondo. Dopo le scuole dell’infanzia, le cui prime esperienze risalgono a 8 anni prima, la nascita degli asili nido era la cartina di tornasole di una società che cambiava, più attenta non solo ai bisogni delle donne e delle famiglie, ma soprattutto ai più piccoli. “Una nuova cultura che avanzava, grazie all’amministrazione comunale -ha spiegato – sotto lo sguardo illuminato di Malaguzzi”.
Nel 1994 nacque Reggio Children e nel 2011 la Fondazione che Carla Rinaldi presiede: sono dunque tre i capisaldi dell’esperienza reggiana. “I nidi e le scuole dell’infanzia al centro, la Srl che ha la funzione di divulgazione e formazione e la Fondazione, che ha ereditato un concetto chiave caro a Malaguzzi: nessun bambino sta bene nel mondo se ce ne sono altri che soffrono”.
La fondazione Reggio Children, che ha appena compiuto 10 anni, ha dunque il compito primario di combattere la povertà educativa in ogni angolo del mondo. Anche se è passato mezzo secolo, il tasso di scolarizzazione nei nidi a Reggio è de 55%, mentre in Italia è solo del 25%. Secondo la Rinaldi, la sfida per certi versi oggi è ancora la stessa degli inizi, è una scelta politica. “E’ evidente che non è un bisogno che non c’è, ma una risposta che non arriva. Perché? Fatemelo dire con una battuta, forse perché i bambini non votano?”.
Reggio Emilia Decoder Reggio Children Carla Rinaldi asili e nidi