REGGIO EMILIA – Prima più di un bando pubblico; poi, a fine maggio, un bando privato, quello per la ricerca temporanea di personale cosiddetto “a chiamata”, o “a gettone”, il cui possibile arrivo aveva messo sul chi va là i sindacati. Ma anche quei bandi, della durata di sei mesi, il primo scaduto il 6 giugno e la proroga scaduta scaduta il 16, non hanno sortito effetti, nel senso che nessuna agenzia o cooperativa ha risposto. Nei pronto soccorso l’estate trascorrerà così, con l’organico a disposizione.
Con l’autunno si vedrà che mosse intraprendere, probabilmente un’altra gara, ma per ora, visti i tempi tecnici che servirebbero e vista soprattutto la situazione di carenza emergenziale nazionale, la scelta praticamente obbligata è quella di razionalizzare al meglio le forze che già sono in campo nei pronto soccorso di Reggio, Guastalla e Castelnovo Monti e Montecchio, quest’ultimo aperto 12 ore al giorno.
Se ne deduce che Scandiano e Correggio dovranno giocoforza attendere ancora la riapertura. Servirebbero sei medici per riattivare quei pronto soccorso per 12 ore al giorno e ne servirebbero almeno il triplo per dare un po’ di respiro ai professionisti in organico calati di 11 unità negli ultimi due anni e mezzo a fronte di una crescita costante, nel dopo pandemia, degli accessi che adesso si attestano a oltre 400 al giorno.
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