REGGIO EMILIA – 113 suicidi in carcere da gennaio 2024, numeri inaccettabili che devono portare a una riforma complessiva del sistema penitenziario. Per fermare quella che non esitano a definire una ‘Strage di Stato‘, per due giorni i penalisti reggiani si asterranno da ogni attività giudiziaria: “E’ una strage di Stato – dice il presidente della Camera Penale di Reggio Emilia Luigi Scarcella -. Vi è stata anche una morte nel carcere di Reggio Emilia sulla quale non mi pronuncio perchè c’è una indagine in corso. Ma a prescindere dal fatto che venga certificato che si sia trattato o meno di suicidio anche quella morte rappresenta la drammatica situazione di disperazione dei detenuti“.
Non è la prima volta che gli avvocati sollevano con forza il drammatico tema della condizione dei detenuti, alle prese con problemi di sovraffollamento delle carceri ormai endemici. In via Settembrini a Reggio, siamo al 127% ed è uno dei dati più bassi in Emilia Romagna. Situazione aggravata dalla carenza di personale. “Sentiamo parlare dell’aumento dei posti di detenzione nelle varie case circondariali del territorio nazionale – continua l’avvocato Scarcella -: non è quello il problema. Va ridotto il numero della popolazione e migliorate le condizioni degli istituti stessi, soprattutto in termini di personale. Se la pena deve tendere alla rieducazione, il soggetto detenuto deve essere messo nelle condizioni di non ricorrere al suicidio”.
Durissime le critiche dei penalisti al Governo e alla politica in generale che, in un clima di quello che viene definito ‘populismo giudiziario’, introduce nuovi reati, invece, di ripensare l’intera esecuzione penale con l’obiettivo di ridurre il numero di detenuti: “Occorrono provvedimenti di clemenza, come una amnistia o un indulto – conclude il legale -. Bisogna porre rimedio al problema del sovraffollamento, poi incentivare le misure alternative, il personale di polizia penitenziaria, l’area educativa e l’area sanitaria: le problematiche sono a 360 gradi e incidono tutte sul problema”.
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