REGGIO EMILIA – I Carc e il nuovo Pci. Due partiti fratelli che operano per costruire la rivoluzione socialista. Lo si legge sul sito internet dei Carc. Il nuovo Pci ha il compito di attuare la strategia, mentre i Carc hanno quello di sviluppare la tattica. Ma che cosa rappresenta e cosa indica la sigla Nuovo Pci? Si tratta di una formazione nata nel 1999, ma di essa di conosce poco, visto che opera, per sua stessa ammissione clandestinamente, pur avendo un periodico (La Voce del nuovo Pci), una pagina Facebook e un sito internet, sul quale compaiono le indicazioni per contattare i vertici del partito in modo sicuro “aggirando i controlli della polizia politica”.
Un nome, però, c’è. E’ quello di Giuseppe Maj, primo segretario dei Carc e poi membro della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del nuovo Pci: bergamasco, classe 1939, laureato in ingegneria, si rende irreperibile nel 1999 poco dopo l’omicidio D’Antona, nel 2003 viene arrestato in Francia con le accuse di associazione eversiva e produzione e uso di documenti falsi. Di lui non esistono immagini in circolazione.
“Il (nuovo)Partito comunista italiano (si legge nell’articolo 1 dello Statuto) è l’organizzazione che promuove e dirige la lotta della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari per instaurare in Italia il socialismo e guidare il paese verso il comunismo, contribuendo in questo modo alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo”.
Nei giorni scorsi il Nuovo Pci ha diffuso un comunicato a proposito della vicenda Arci Tunnel. “Quel che è certo è che nonostante la coltre di intossicazione gettata su quest’esperienza dalla classe dominante, le BR (per quel che hanno rappresentato) hanno sedimentato nella classe operaia e nelle masse popolari un certo sentimento di ammirazione e di nostalgia”.
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