BRESCELLO (Reggio Emilia) – Karin Monica realizza pezzi unici. Pezzi “pazienti”. Ognuno dei suoi cappelli richiede almeno una giornata di lavoro.
Pezzi morbidi, anche, ma non troppo. Si piegano, ma resistono. Anche Karin sta resistendo, da oltre un anno a questa parte. Suo papà, Paolo, è stato ucciso dal Covid nel marzo 2020. Era molto conosciuto, Paolo Monica, a Lentigione: è stato a lungo consigliere comunale; assieme alla moglie Lorella Galli aveva fondato il Gruppo di discontinuità per promuovere la riflessione sui temi della legalità.
Poi, Paolo era un’artista. Scolpiva nel legno le forme su cui la figlia modellava i cappelli in feltro, dopo aver manipolato la lana con acqua e sapone. Da quando non c’è più suo padre, la 37enne non riesce a entrare nel laboratorio in cui stavano spesso assieme. C’è un buco che ancora non si è riempito. Ci vuole pazienza, come quella che mette per creare i suoi cappelli. Ci vuole cuore, come quello che ha messo nel realizzare, con la collaborazione di Domenico Gissi, l’opera d’arte che è stata consegnata al presidente della Regione Bonaccini e che simboleggia il grazie della società civile all’impegno corale messo in campo per la gestione della pandemia.
E’ il premio Cna Emilia Romagna 2021: Karin ha utilizzato un autoritratto del padre e ha intitolato l’opera “Voltati, sono qui”. “L’ho trovato abbastanza naturale – ha detto – perché stavo vivendo quel momento della perdita di mio padre. Non è un’elaborazione, è un’uscita: è come fosse una fotografia di come sono adesso, sono lì dietro, ancora un po’ incredula del fatto che mio papà non riesca a girarsi e a ricambiare lo sguardo”. Karin Monica, prima o poi, riaprirà la porta del suo laboratorio: “Come prima sarà impossibile, ma è la mia speranza perché ne ho bisogno”.
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