REGGIO EMILIA – “Il Presidente della Repubblica ha parlato di eliminare e sanzionare il caporalato e noi siamo assolutamente d’accordo”. Lorenzo Catellani, presidente di CIA Reggio Emilia, si affianca a Sergio Mattarella sul tema del caporalato. La vicenda di Satnam Singh, bracciante indiano deceduto a Latina per emorragia dopo esser stato abbandonato davanti a casa con un braccio tranciato, sta mantenendo alta l’attenzione su questo tema. Nei giorni scorsi l’arresto del titolare dell’azienda Antonello Lovato, con l’accusa di omicidio doloso, sabato la manifestazione nazionale della Cgil proprio nella città pontina. Anche a Reggio si guarda con attenzione a quella vicenda: a livello locale non sono mancati, e non mancano, i progetti a contrasto del caporalato.
Ultimo in ordine temporale e attuale è la “Rete Agricola del Lavoro di qualità“, che a livello locale vede in prima fila l’Inps, la Regione Emilia Romagna e la Prefettura. “Si va a certificare il percorso lavorativo di qualità inteso come relazioni di lavoro, sicurezza del lavoro e anche aspetti contributivi. L’obiettivo è certificare aziende che producono un agroalimentare di eccellenza che hanno anche un percorso lavorativo di eccellenza. Questo per arrivare in futuro, dato che ancora non è stato fatto, ad avere un marchio”.
Catellani ha fatto un punto sul lavoro agricolo nella provincia. “Mi piace ricordare che Reggio Emilia è un territorio che ha, innanzitutto, difficoltà nel reperire manodopera. C’è richiesta di manodopera e i lavoratori che vengono inseriti hanno sempre prospettive di stabilità. Abbiamo un tipo di agricoltura che ha bisogno di formare i propri dipendenti, di renderli capaci a operare su macchine agricole anche molto moderne. Il lavoro agricolo a Reggio Emilia è assolutamente di prospettiva e non si presta speculazioni basse come quelle che sono accadute a Latina”.
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