REGGIO EMILIA – Dopo gli appuntamenti estivi, I Teatri si preparano alla ripartenza ufficiale: da lunedì sarà possibile abbonarsi a una mini rassegna, in attesa di capire cosa accadrà per quanto riguarda la capienza consentita. Ieri sera a Decoder l’ospite è stato il direttore della fondazione, Paolo Cantù.
“In questi difficili mesi ci sono stati vicino tutti: dai cittadini, che hanno in parte rinunciato agli abbonamenti, alle istituzioni”. Cantù va controcorrente. Alla solitudine lamentata dal mondo della cultura durante la pandemia, contrappone il suo grazie alla città e alle istituzioni. Direttore da quattro anni, di cui due passati a gestire sappiamo quale periodo, si prepara a dare il via con pragmatismo a una mezza stagione, nel senso che da lunedì sarà possibile acquistare abbonamenti fino a gennaio.
Le rassegne – prosa e concerti, opera e danza – sono pronte per intero, quel che è incerta è la capienza consentita. Cantù spera naturalmente che davvero si dia il via libera all’ipotesi dell’80%, anche perché l’attuale 50% in sala si trasforma in ben meno. “Con i distanziamenti obbligatori diventa il 35% effettivo – ha spiegato – mentre l’80% sarebbe 80 reale”.
Intanto, dopo i 25 appuntamenti estivi organizzati ai Chiostri di San Pietro o davanti al teatro Valli, è in corso il Festival Aperto con, su tutti, l’attesissimo Transverse Orientation del coreografo greco Dimitris Papaïoannou, in scena proprio in questo fine settimana. Tra le proposte della prossima “mezza stagione” ci sarà il ritorno della Carmen di Bizet, che mancava da 26 anni e che sarà interpretata dal reggianissimo mezzosoprano Martina Belli.
Da Cantù pragmatismo anche sull’obbligatorietà del Green Pass, che in molti suoi colleghi vedono come “discriminatoria” rispetto all’accesso alla cultura: “Prima eravamo tutti discriminati – ha detto – nel senso che eravamo tutti fermi: il Green Pass è uno strumento che ci permette di lavorare”.
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